“Un figlio in prestito? Veramente dovremmo dire due genitori in prestito, perché effettivamente quelli che si prestano sono i genitori che attuano una accoglienza temporanea per quei bambini che, grazie a questo, riescono a vivere al di fuori del loro ambiente ancora altamente contaminato dal disastro atomico della centrale di Cernobyl. “Ma non saranno pericolosi? ” Ci siamo sentiti dire più di una volta, “magari radioattivi, infettivi, o che altro? “. Macché radioattivi, macché pericolosi! Loro sono le vittime semmai, non i carnefici. Certo, per loro, venire a vivere un mese qui da noi, in una famiglia, è come andare nel paese dei balocchi, abituati come sono, a casa loro, a vivere di niente, e questo vale soprattutto per quelli che una casa e una famiglia non ce l’hanno, perché provenienti da istituti. Ma non crediate che non diano niente in cambio. Con la loro educazione, col loro sorriso vi daranno tanta amicizia e tanto calore umano, e se saprete dar loro anche affetto come se fossero vostri figli ve lo restituiranno triplicato. Ma come si fa con la lingua? Se vi nascesse un figlio non credo che appena aperti gli occhi vi farebbe un lungo discorso in perfetto italiano. Non per questo trascurereste di amarlo e di soddisfare i suoi bisogni. I bambini ve ne saranno comunque grati”.